Testimonianza del fratello Alfiero
Alfiero Santini fa l'imprenditore e crede soltanto in se stesso e nel potere del denaro, convinto di essere padrone della propria vita. Ma un giorno apprende di essere stato colpito da distrofia muscolare...
Alfiero Santini fa l'imprenditore e crede soltanto in se stesso e nel potere del denaro, convinto di essere padrone della propria vita. Ma un giorno apprende di essere stato colpito da distrofia muscolare...
Parlando in prima persona di coloro che sono stati salvati dal sacrificio di Gesù, Paolo scrive ai Corinzi dicendo loro di essere ambasciatori di Cristo.
Come tutti gli ambasciatori, anche noi cristiani viviamo in una terra straniera, dove rappresentiamo la nostra patria. Mentre, però, gli ambasciatori delle nazioni di questa terra hanno da qualche parte una loro patria terrena, noi cristiani sulla terra siamo "forestieri e pellegrini". La nostra patria – come del resto il nostro Padre – non è sulla terra, ma in cielo.
“Ero cieco e ora ci vedo”, questo può dire chi è nato di nuovo. Per lui, il Signore Gesù Cristo diventa la realtà che lo renderà forte e incrollabile in tutte le avversità della vita e in tutti i combattimenti spirituali.
La vita del cristiano, nato di nuovo in Cristo Gesù, si può paragonare a quella di un fiume.
Appena uno nasce d’acqua e di Spirito, il sangue di Gesù lo purifica da ogni peccato, una nuova vita si forma e cresce in lui. E’ una sorgente che sgorga, una polla sorgiva d’acqua pura, cristallina, da cui è stata tolta ogni lordura, fango e impurità.
Nel 2003 il fratello Kamavuako Tandissa Emmanuel, pastore di una chiesa di Kinshasa (capitale della Repubblica Democratica del Congo), che conta 750 membri, viene a sapere che diventerà padre, ottenendo così la conferma di quanto il Signore gli aveva profetizzato tempo prima. Ma col passare dei mesi, a causa della gravidanza, le condizioni di salute della moglie si fanno critiche, e i medici ormai disperano di salvare il futuro bimbo. È già tanto se riuscirà a sopravvivere la madre!
Però Dio è fedele, e mantiene sempre le sue promesse...
Al convegno evangelistico "La diaspora giuliano-dalmata: dal dramma alla speranza" del 21 Febbraio, organizzato dalla Chiesa ADI di Roma-Eur in collaborazione con le associazioni degli esuli di Roma, oltre duecento persone hanno ascoltato l'intervento dell'ultimo relatore, Veglio Jugovac, pastore della chiesa evangelica di Trieste, Capodistria e Monfalcone ("Dal dramma dell'esodo alla speranza della fede"), che ha coinvolto l'uditorio raccontando la vicenda di chi ha vissuto il dramma dell’esodo istriano che lo ha poi portato alla conversione a Gesù Cristo. (Here the english version)
Leggi tutto: Esodo giuliano, commozione tra dramma e speranza
Dio ha dato degli uomini come dei doni, perché il suo popolo fosse curato. Ma questo non è scritto perché ci giustifichiamo pensando che ci sono i pastori e che la cura dei nostri fratelli spetta a loro. Perché è tutto il popolo di Dio che ha ricevuto il Signore nel cuore e quindi il cuore del Signore è in ciascuno di noi. Tutti noi abbiamo la stessa chiamata a non dire come Caino "sono forse io il custode di mio fratello?", ma a curarci del nostro prossimo, sentendo i suoi pesi come i nostri pesi.
Una mattina, stavo leggendo la Parola e riflettevo sulle cose grandi e perfette che il Signore ha creato.
Pochi giorni prima c'era stata l'eclisse di luna, uno spettacolo nei cieli, che io avevo immancabilmente immortalato con la macchina fotografica. Ma mentre lo facevo e vedevo lassù la luna rossa stagliarsi nel buio del cielo, sentivo commozione in cuore per la grandezza e perfezione di ogni cosa che esce dalle mani di Dio.