Come un fiume

di Annamaria Udovisi Pitacco

 

Il corso d’ogni gran fiume ha origine da una piccola sorgente, da un rivolo d’acqua che scorre tra i sassi, un torrentello che scende tra i monti, salta di sasso in sasso, forma cascatelle, attraversa i boschi, si nasconde in gole profonde. Come la vita cristiana, il piccolo torrente trova ostacoli sul suo corso: tronchi, massi, salti rocciosi, ma l’acqua non si ferma mai, nulla la può arrestare. Se restiamo fermi in Cristo, guidati dallo Spirito, superiamo ogni ostacolo.

fiumeIl piccolo torrente, lungo il suo corso, riceve altri torrenti, acqua piovana, e il suo corso pian piano s’ingrossa, aumenta la sua portata. La sua acqua può anche essere sporcata, intorbidata dal fango, ma nella sua corsa la fanghiglia si deposita, viene eliminata. Soltanto l’acqua stagnante imputridisce, marcisce, emana miasmi e diventa malsana.
Così il cristiano, andando avanti nel cammino cresce, riceve dal Signore doni spirituali, grazie e benedizioni, supera prove e tentazioni, rafforzandosi e ottenendo vigore e potenza per superare le difficoltà. A volte anche cade nella tentazione, commette degli errori, ma se non si ferma, non persevera nell’iniquità. e si pente e chiede perdono, la sua acqua torna a scorrere limpida, rigenerata.
Passati i monti, superate le colline, il fiume ormai ampio si stende con ampie anse nella pianura, passa tra le case degli uomini, tra i campi coltivati, viene attraversato da ponti e ferrovie, interrotto da bacini idroelettrici. La sua acqua diventa ricchezza e vita per tutti quelli che incontra, irriga i campi che porteranno agli uomini cibo e benessere, fornisce luce, trasporta, disseta uomini ed animali, lava, purifica, è fonte di vita e lavoro, una benedizione per quanti vivono e lavorano sulle sue rive.
Ebbene, il cristiano fortificato e cresciuto nella comunione col suo Dio, è fonte di benedizione e vita per quelli che incontra nel suo cammino terreno. Egli porta, con la sua testimonianza, la luce della salvezza, con l’annuncio della Buona Novella può dare, a quanti l’accolgono, vita eterna. L’acqua non si può trattenere, non c’è fornace che la prosciughi, se quest’acqua c’è in noi, non può fare a meno di sgorgare e di farsi vedere e portare pace, conforto, benedizione.

Gesù ha detto "Chi crede in me, come ha detto la Scrittura, fiumi d'acqua viva sgorgheranno dal suo seno». (Giovanni 7:38)

Se crediamo questo, ci abbandoniamo nelle mani del nostro Creatore, con piena fiducia che egli ci condurrà, disegnerà il corso della nostra vita terrena. Non dovremo noi sforzarci di predisporre piani e progetti, lasciamo fare a lui che vede ben di là dalla nostra limitata visuale.
Il Signore Gesù ci ha comprato, ha pagato con il suo sangue il prezzo del nostro riscatto, non apparteniamo più a noi stessi. Ci chiede di essere servi fedeli, soldati obbedienti e disciplinati. Se ci lasceremo portare, con piena fiducia che ogni cosa che Egli fa coopera al nostro bene e a quello di altri attorno a noi, porteremo frutto abbondante. L’acqua di un fiume non può mai tornare indietro, a ritroso, verso la sua sorgente. Può solo scendere, scorrere verso il mare.
Il fiume ora è largo, tranquillo, l’acqua scorre lenta, maestosa, lungo le sue rive si specchiano i salici, nidificano gli uccelli, stanno silenziosi i pescatori. Si avvicina al mare, si allarga nei rami della foce, è tranquillo, pacifico. Non più correnti impetuose, piene, una calma completa, assorta.
Come il fiume si getta nel mare e la sua acqua si fonde con quella del grande oceano, così il cristiano, avvicinandosi alla fine di questo cammino terreno, confidando nel suo Signore, si avvia senza timore, in pace, all’abbraccio con il suo Salvatore. Davanti ha l'eternità, il Regno promesso, la sua eredità. Vedrà a faccia a faccia il suo Signore. Non c'è gioia più grande per chi ha creduto e camminato con Dio. Cessano fatiche, paure, dolori, malattie. La morte non fa più paura.
Il suo Redentore lo aspetta, lo accoglie, lo abbraccia, dicendogli: "Va bene, servo buono e fedele; sei stato fedele in poca cosa, ti costituirò sopra molte cose; entra nella gioia del tuo Signore." (Matteo 25:21).
Si realizza allora quello che Gesù disse ai suoi discepoli in Giovanni 17:21-23) "...che siano tutti uno; e come tu, o Padre, sei in me e io sono in te, anch'essi siano in noi: affinché il mondo creda che tu mi hai mandato. Io ho dato loro la gloria che tu hai data a me, affinché siano uno come noi siamo uno; io in loro e tu in me; affinché siano perfetti nell'unità:"
L’uomo rinato in Cristo ha raggiunto la sua meta, ,ha combattuto il buon combattimento, ha finito la corsa, ha conservato la fede e riportato la corona della vittoria. Ora può riposare, gioire e rallegrarsi in Dio, trasformato nell’uomo perfetto, creato ad immagine e somiglianza di Dio, tutt’uno con Lui per sempre. E’ entrato finalmente nei pascoli eterni, dove l’erba è sempre verde e l’acqua abbondante.

Beato l'uomo che sopporta la prova; perché, dopo averla superata, riceverà la corona della vita, che il Signore ha promessa a quelli che lo amano. (Giacomo 1:12)