Il Signore ci invita a condividere tutti i nostri pesi con Lui e con i nostri fratelli in Cristo. Davvero non è buono per l'uomo stare da solo, e neanche per la donna. La Chiesa, sposa di Cristo, non deve fare più come fece Eva con il primo Adamo. Dobbiamo imparare ad aprire il nostro cuore davanti a Dio.
La Bibbia ci dice che ciò che fa ricchi è la benedizione del Signore. Ma di quale ricchezza sta parlando? La ricchezza di chi ha imparato ad accumulare o la ricchezza di chi è capace di dare tutto quello che ha?
Il nostro desiderio e il nostro amore prendono strade opposte a seconda che ci lasciamo sottomettere dalla carne o guidare dallo Spirito di Dio. Essere carnali o essere spirituali è ciò che fa la vera differenza tra l'invidiosa gelosia dell'uomo e l'appassionato amore di Dio, tra il fanatismo religioso e il santo zelo per la verità.
Gesù ci ha detto di cercare innanzitutto il regno di Dio e la sua giustizia, di desiderare cioè che sia Dio a regnare in noi e attorno a noi, e non più il nostro io. Il re secondo il cuore di Dio è infatti il re che non regna in vista del proprio interesse, ma per fare la volontà di Colui che gli ha affidato il regno.
Questo è l'esempio che Gesù è venuto a darci, perché imparassimo a prendere ogni giorno la via più difficile, scegliendo di servire il Re che ha scelto di servire e non di essere servito.
La nostra fede – scrive l’apostolo Pietro – è ben più preziosa dell’oro (1Pietro, 1:7). Infatti, senza fede non possiamo piacere a Dio (Ebrei, 11:6). Anzi, tutto quello che facciamo senza fede è peccato (Romani, 14:23). Viviamo perché crediamo (Abacuc, 2:4; ripreso in Romani, 1:17; Galati, 3:11; Ebrei, 10:28) e saremo salvati solo se continuiamo a credere (Matteo, 24:13). La fede però non è un valore in sé. Se non producesse alcun altro effetto nella nostra vita, rimarrebbe una cosa morta (Giacomo, 2:17 e 26).