Padre nostro

di Veglio Jugovac

 

Il cristiano è in primo luogo uomo di preghiera.
Nella preghiera si immerge in Dio, corre fra le braccia del Padre. Si tratta di una necessità primaria: parlare con il Padre nel Signore Gesù, stare alla sua presenza, ascoltare in dolce silenzio lo Spirito Santo che dà ristoro allo spirito suo. Chi è di Cristo non  può vivere senza la Parola rivelata.
Il discepolo di Gesù Cristo ha bisogno di conoscere, praticare, annunciare la santità di Dio. Molto spesso parliamo e sentiamo parlare del Dio di altri, conosciamo quello che abbiamo letto o sentito dire dagli altri, senza conoscere personalmente le cose di cui parliamo.
Solo chi vive la vita di Gesù può conoscere il Padre!
Gesù è stato uomo di preghiera, talvolta si appartava sul monte, a volte nel deserto oppure sulla riva del mare e passava notti intere in preghiera. Egli viveva in costante intima comunione con il Padre, infatti ha detto: “Io e il Padre siamo uno” (Giovanni, 10:30).
Il Signore Gesù siede “alla destra di Dio e anche intercede per noi” (Romani, 8:34). Egli è il nostro intercessore e il nostro avvocato presso il Padre, il suo sangue vanifica ogni accusa dell’Avversario, perché “il sangue di Gesù, suo Figlio, ci purifica da ogni peccato” (1Giovanni, 1:7).

Affinché anche noi imparassimo a fare come lui, che vive per intercedere per noi (Ebrei, 7:25), il Signore Gesù ci insegna come, cioé per che cosa, a pregare:
“Voi dunque pregate così:
Padre nostro che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome;
venga il tuo regno;
sia fatta la tua volontà anche in terra come è fatta in cielo.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano;
rimettici i nostri debiti come anche noi li abbiamo rimessi ai nostri debitori;
e non ci esporre alla tentazione, ma liberaci dal maligno.
Perché a te appartengono il regno, la potenza e la gloria in eterno,
amen” (Matteo, 6:9-13).

In Gesù Cristo, quindi, possiamo dire al Signore:
Padre nostro che sei nei cieli,
“E, perché siete figli, Dio ha mandato lo Spirito del Figlio suo nei nostri cuori, che grida:
Abbà, Padre” (Galati, 4:6). L’ebraico abbà,come l’italiano papà o babbo, è un appellativo che può essere usato solo da un figlio verso suo padre.
Per mezzo dello Spirito Santo, rivolgiamo il nostro sguardo al cielo, dove Dio, che ci è concesso di chiamare Padre, ha la sua dimora. Luogo “che carne e sangue non possono ereditare” (1Corinzi, 15:50); là tutto è amore, vita, verità, luce, splendore, purezza, santità, virtù, lode, adorazione, canti di gioia. Con nostro Padre abbiamo la grazia di poter avere familiarità. A lui possiamo rivolgerci con fiducia, sapendo che ci ama e desidera il nostro bene.
Egli è seduto sul suo trono celeste e, “in piedi davanti al trono e davanti all'Agnello, vestiti di bianche vesti e con delle palme in mano”, una folla immensa di redenti che nessuno può contare, “proveniente da tutte le nazioni, tribù, popoli e lingue”, grida a gran voce: «La salvezza appartiene al nostro Dio che siede sul trono, e all'Agnello». Tutti gli angeli, assieme ai ventiquattro anziani e alle quattro creature viventi, si prostrano con la faccia a terra davanti al trono e lo adorano, dicendo: «Amen! Al nostro Dio la lode, la gloria, la sapienza, il ringraziamento, l'onore, la potenza e la forza, nei secoli dei secoli! Amen» (Apocalisse, 7:9-12). E le quattro creature viventi non cessano mai di ripetere giorno e notte: «Santo, santo, santo è il Signore, il Dio onnipotente, che era, che è, e che viene» (Apocalisse, 4:8).

Perciò, ci uniamo a loro nel dire:
sia santificato il tuo nome;
Il  Padre nostro, tre volte santo, non ha bisogno di alcuno e non possiamo dargli niente che non abbia già, poiché è da lui che abbiamo ricevuto ogni cosa. Egli è l’Onnipotente e ai suoi figli ha dato il dono dello Spirito Santo perché per mezzo di lui in essi viva il Figlio suo Gesù, l’immagine del Padre, il solo nel quale egli è glorificato. Perciò è necessario che Gesù cresca e noi diminuiamo, si che il Padre venga in noi onorato. “Il Padre ama il Figlio” (Giovanni, 5:20) e viene santificato solamente nel Figlio.
Quando siamo pieni di Spirito Santo la luce risplende nelle tenebre e il suo Nome viene innalzato, lodato, glorificato, benedetto, nella nostra vita.

Il suo nome è santificato solamente nel Regno dei cieli, perciò dobbiamo chiedere
venga il tuo Regno;
Non un regno terreno, ma il Regno che “non consiste in vivanda né in bevanda, ma è giustizia, pace e gioia nello Spirito Santo” (Romani, 14:17), in cui Gesù Cristo è il Re.
“Il regno di Dio è dentro di voi” (Luca, 17:21), quando, per la potenza dello Spirito Santo, in noi regna il  Figlio di Dio.
“Cercate prima il regno e la giustizia di Dio” (Matteo, 6:33), così il Regno del Signore abbonderà in voi. Dove prima regnava l’egoismo, sia Gesù il Re.

Dio regna solamente dove viene fatta la sua volontà, perciò preghiamo
sia fatta la tua volontà anche in terra come è fatta nei cieli.
Arda in noi questo sublime desiderio, principio di ogni servizio spirituale! Non aspettiamo di salire nel cielo per offrire il profumo della lode a Dio, serviamolo oggi in terra. “In ogni cosa rendete grazie, perché questa è la volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi” (1Tessalonicesi, 5:18). Il regno di Dio, che consiste "in giustizia, pace e gioia nello Spirito Santo" (Romani, 14:17), è realizzato ovunque viene fatta la Sua volontà. Per compiere in terra la volontà del Padre, abbiamo necessità di conoscere per esperienza Gesù, la Parola di Dio. Solamente nel Signore Gesù si realizza e viene fatta la volontà del Padre così com’è fatta nei cieli. Nella misura in cui Gesù, la volontà di Dio, si realizza nella nostra vita, essa viene fatta anche in terra come è fatta in cielo.

La volontà del Signore è il nostro cibo celeste, perciò chiediamo
Dacci oggi il nostro pane quotidiano;
Il Signore Gesù disse ai discepoli: “Il mio cibo è far la volontà di colui che mi ha mandato, e compiere l'opera sua” (Giovanni, 4:34). Fare in terra la volontà del Padre com’è fatta nei cieli, ecco il nostro pane quotidiano. Di questo pane ogni discepolo ha bisogno di nutrirsi quotidianamente. Gesù Cristo, la Parola del Signore, è il pane celeste. Vivere la Parola è fare anche in terra la volontà di Dio com’è fatta nei cieli. Perché il Padre sia santificato in noi (vasi di terra), abbiamo bisogno ogni giorno di venire nutriti dallo Spirito Santo con il pane celeste, la Parola. Quale padre rimane indifferente alle suppliche dei suoi figli? “Se voi, ...che siete malvagi, sapete dare buoni doni ai vostri figli, quanto più il Padre celeste donerà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!” (Luca, 11:13).

Il nostro cibo quotidiano  è il perdono che riceviamo da Dio e diamo agli uomini. Perciò chiediamo
rimettici i nostri debiti come anche noi li abbiamo rimessi ai nostri debitori;
Prima di spirare sulla croce, l’Agnello di Dio ha detto: “È compiuto” (Giovanni, 19:30). L’opera di salvezza degli uomini è stata compiuta da Gesù con il suo sacrificio per il perdono dei peccati. Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio (Romani 3:23), ma il sangue che Cristo ha sparso sulla croce ci purifica da ogni peccato (1Giovanni, 1:7). Gesù Cristo è il nostro avvocato presso il Padre (1Giovanni, 2:1).
Ma noi non possiamo venire perdonati da Dio se non perdoniamo i nostri debitori. Come per grazia siamo stati perdonati dal Padre, per il sacrificio del suo Figliolo, così a nostra volta dobbiamo perdonare ogni cosa ai nostri debitori. Il Signore ci dà solamente se a nostra volta siamo disposti a dare agli altri. Noi saremo perdonati solamente se sapremo a nostra volta perdonare.
Dio è amore. Amore è perdonare, per amore di Cristo siamo stati perdonati. Vivere la Parola di Dio è amore, questo il nostro pane quotidiano.
Santificare il nome del Padre significa fare la Sua volontà così come è fatta nel regno dei cieli, dove il peccato non trova luogo. Perciò il perdono del Signore Gesù è sinonimo di salvezza.

Ma sappiamo quanto la nostra natura è debole. Non dobbiamo credere di essere già arrivati, ma anzi confessare il nostro bisogno
e non ci esporre alla tentazione, ma liberaci dal maligno.
Il Signore Gesù diceva a tutti: “Se uno vuol venire dietro a me, rinunzi a sé stesso, prenda ogni giorno la sua croce e mi segua” (Luca 9:23). Questo è richiesto in ogni tempo al discepolo di Gesù Cristo.
Non ci sia discepolo che si vergogni del Vangelo; perché esso è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede (Romani 1:16).
Amare tutti, “Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore” (1 Giovanni 4:8);  perdonare sempre, non pretendere i propri diritti; Satana con ogni mezzo tenta di dissuadere i discepoli dal fare questo.
Per non cadere in tentazione, ogni discepolo è esortato a vegliare e pregare. Perché lo spirito è pronto, ma la carne è debole (Marco 14:38).
Alcuni erroneamente traducono “non ci indurre in tentazione”, ma la sacra Scrittura afferma che “Dio non può essere tentato dal male, ed egli stesso non tenta nessuno” (Giacomo, 1:13). Il maligno è quello che agisce sulla nostra carnalità e ci provoca, ci seduce, ci fa cadere in tentazione e ci incita a fare il male.
Quindi, volgiamo i nostri occhi al cielo e invochiamo Gesù, il nome al di sopra di ogni altro nome, al quale Satana deve rimanere sottoposto.
Fatevi coraggio, Gesù Cristo, che ha vinto il principe di questo mondo, è fedele ed egli vi renderà saldi e vi guarderà dal maligno (2Tessalonicesi, 3:3).

Il Signore è onnipotente,
Perché a te appartengono il regno, la potenza e la gloria in eterno, amen.
Per mezzo dello Spirito Santo, possiamo fare la Sua volontà in terra come è fatta nei cieli e vivere alla Sua gloria, sapendo che il regno appartiene al Padre nostro, che ha la potenza per aiutarci a realizzarlo e la gloria per incoronarci con essa.
Riconosciamo che Egli è il Dio potente e glorioso che nei Cieli ha preparato per i suoi figli il suo Regno eterno.
Questa preghiera può essere paragonata a una scala, per la quale il Padre nostro che è nei cieli, gradino dopo gradino scende, in Gesù Cristo, sino a noi che in terra desideriamo santificare il suo santo Nome.

Padre nostro che sei nei cieli,
1° gradino – sia santificato il tuo nome;
2° gradino – venga il tuo regno;
3° gradino – sia fatta la tua volontà anche in terra come è fatta in cielo.
4° gradino – Dacci oggi il nostro pane quotidiano;
5° gradino – rimettici i nostri debiti come anche noi li abbiamo rimessi ai nostri debitori;
6° gradino – e non ci esporre alla tentazione,
7° gradino – ma liberaci dal maligno.
“In verità, in verità vi dico: Se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà” (Giovanni, 16:23).


Studio portato alla Chiesa di Trieste,
nel servizio di Giovedì 9 marzo 2006.