Studi elementari - 3
VIVERE DA CRISTIANI NEL MONDO

di Veglio Jugovac

 

RINUNCIA ALLA VECCHIA VITA

Nessuno può servire due padroni. “Non amate il mondo né le cose che sono nel mondo. Se uno ama il mondo, l’amor del Padre non è in lui” (I Giovanni, 2:15). Non potete servire Dio, senza rinunciare alla mondanità e a Mammonà (ricchezza), governata dalle leggi del profitto (Matteo, 6:24). L’amicizia per il mondo è inimicizia verso Dio. Chi vuol essere amico del mondo si rende nemico di Dio (Giacomo, 4:4). Non potete amare contemporaneamente entrambi. Se non volete rinunciare a Gesù, dovete rinunciare al mondo.

“Tutto quello che è nel mondo: la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita non è del Padre, ma è del mondo” (I Giovanni, 2:16).

La nostra vecchia natura tende a soddisfare i desideri e i piaceri della carne, che sono in contrasto con i desideri dello Spirito di Dio (Galati, 5:17). È dal cuore che sorge ciò che contamina l’uomo (Marco, 7:20-22).

ABBIGLIAMENTO E ORNAMENTI

Non siate vanitosi, se desiderate piacere al Signore.

Non seguite gli esempi o i modelli che vi offre questo mondo corrotto. In esso “non c'è nessun giusto, neppure uno. Non c'è nessuno che capisca, non c'è nessuno che cerchi Dio. Tutti si sono sviati, tutti quanti si sono corrotti” (Romani, 3:10-12). Non vi lasciate sedurre dalla loro moda, perché “non c'è timor di Dio davanti ai loro occhi” (Romani, 3:18), ma siate voi degli esempi per la gente che vive intorno a voi. Siate sobri e modesti, puliti e ordinati, semplici sia nel vestire che nel comportamento.

Vestitevi tutti con pudore e modestia. Come si addice ai santi, non indossate abiti che mettono in risalto le fattezze del corpo o lo lascino scoperto.

“Le donne si vestano in modo decoroso, con pudore e modestia: non … di vesti lussuose” (I Timoteo, 2:9), nè con abiti provocanti (attillati, succinti o trasparenti), per essere attraenti, o, peggio ancora, seducenti. Le gonne non diano colpevole risalto alle gambe e i pantaloni (se avete necessità di indossarli) al corpo.

La vostra acconciatura sia semplice e decorosa.

I maschi “non si lasceranno crescere i capelli; ma porteranno i capelli corti” (Ezechiele, 44:20; Levitico, 19:27). “Non vi insegna la stessa natura che se l’uomo porta la chioma, ciò è per lui un disonore? Mentre se una donna porta la chioma, per lei è un onore; perché la chioma le è data come ornamento” (I Corinzi, 11:14-15). Perciò, la donna non porti i capelli corti, questo per lei è un disonore e una vergogna.

“Non sapete che siete il tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi?” (I Corinzi, 13:16) Dio vi ha creato alla Sua immagine, perciò togliete il trucco dalla vostra faccia e non tingetevi i capelli, non potete diventare più belli di come vi ha fatti Dio.

“Non vi farete incisioni nella carne…,  né vi farete tatuaggi addosso” (Levitico, 19:28), “se uno guasta il tempio di Dio, Dio guasterà lui; poiché il tempio di Dio è santo; e questo tempio siete voi” (I Corinzi, 13:17). Il Signore, che abita in noi, ci ha “segnati con il proprio sigillo e ha messo la caparra dello Spirito nei nostri cuori” (II Corinzi, 1:22). L’uso dei tatuaggi, delle incisioni, dei piercing, che vanno tanto di moda, affondano le loro radici nei riti pagani dei popoli idolatrici. I tatuaggi, oltre a deturpare il vostro corpo, che il Signore ha creato a propria immagine, ed è divenuto il tempio dello Spirito, preparano a farsi mettere il marchio della bestia, il marchio dei dannati (Apocalisse, 13:16).

Il vostro ornamento siano le opere buone: non i gioielli, l’oro, le perle (I Timoteo, 2:10). Non fate come fanno i pagani. Amate con tutto il cuore Gesù, il vostro salvatore, lo Sposo celeste, e cercate di piacere a lui anziché agli uomini.

Fate come insegna la Sacra Scrittura e non come piace a voi: “Se poi a qualcuno piace essere litigioso, noi non abbiamo tale abitudine; e neppure le chiese di Dio” (I Corinzi, 11:16).

OPERE DELLA CARNE

“Basta con il tempo trascorso a soddisfare la volontà dei pagani vivendo nelle dissolutezze, nelle passioni, nelle ubriachezze, nelle orge, nelle gozzoviglie…” (I Pietro, 4:3).

Non siate valenti nel mangiare e nel bere (II Pietro, 2:13; Proverbi, 23:20).

“Non ubriacatevi!” (Efesini, 5:18; Proverbi, 20:1). Coloro che vivono nelle ubriachezze saranno esclusi dal regno dei cieli (Galati, 5:21). Non prendete piacere nel frequentare i luoghi di divertimento, di piacere, di gioco, potreste essere catturati da quei demoni. Il Signore ci insegna a vivere “senza gozzoviglie e ubriachezze; senza immoralità e dissolutezza; senza contese e gelosie”, perché queste portano alla dissolutezza (Romani, 13:13-14; Matteo, 24:49-51).

La televisione, che culla in illusioni e fantasie offerte dalla finzione, fa perdere molto tempo, fa indulgere con l’immaginazione nei piaceri della carne e stimola in noi i cattivi sentimenti dai quali ci stiamo allontanando. Una grande parte di quello che viene trasmesso è iniquità e maledizione. Essa è un’ampia breccia nelle nostre difese spirituali. È una finestra aperta nelle nostre case, attraverso la quale Satana versa a piene mani immondizia spirituale, violenza, peccato.
Essa propone molto di quello che Dio ci insegna a rigettare: omicidi, vendette, rapine, violenze e ingiustizie di ogni genere; arti occulte, idolatria, lussuria, adulteri, fornicazioni, sodomie, ogni sorta di malvagità. Ci allieta con le ingiustizie che commettono coloro che non entreranno nel regno dei cieli. E tali eravamo anche molti di noi, ma siamo stati lavati, siamo stati santificati, siamo stati giustificati, “nel nome del Signore Gesù Cristo” (I Corinzi, 6:9-11).

Fratelli, Gesù sta per ritornare, “la notte è avanzata, il giorno è vicino; gettiamo dunque via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce.” (Romani, 13:12- 13).

“Sia dunque che mangiate, sia che beviate, sia che facciate qualche altra cosa, fate tutto alla gloria di Dio” (I Corinzi, 10:31). Questa è la norma d’oro per la nostra vita. Tutto quello che fate, fatelo alla gloria di Dio. Le cose che non potete fare alla gloria di Dio, rimangano escluse dalla vostra vita.

SOTTOMISSIONE ALLE AUTORITA'

“Il Signor Gesù disse: Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare, e a Dio quello che è di Dio” (Matteo, 22:21).

E’ vero che in Gesù siamo cittadini del cielo e non apparteniamo più a questo mondo, ma fino a quando il Signore ci fa rimanere sulla terra, anche se come pellegrini, dobbiamo rimanere soggetti alle autorità costituite (governi, magistrati, ecc.), perché esse sono stabilite da Dio (Romani, 13:1; I Pietro, 2:13-17). Anche noi stranieri dobbiamo ubbidire e rispettare le leggi dello stato in cui viviamo. Dio è ordine e anche nella società terrena l’ordine è un riflesso divino. Chi disubbidisce o, peggio, si ribella all’autorità costituita, si oppone a Dio (Romani, 13:2).

Pregate per le autorità e pagate regolarmente le tasse e i vari tributi che vi sono imposti e con timore rispettate le leggi del paese in cui vivete (I Timoteo, 2:1-3; Romani, 13:4,6-7). Restate sottomessi alle autorità (Romani, 13:5). Ciò è gradito al Signore.

LAVORO

Il lavoro è un dovere e una necessità (Genesi, 2:15). Esortiamo tutti, “nel Signore Gesù Cristo, a mangiare il proprio pane, lavorando tranquillamente” (II Tessalonicesi, 3:12). Tutto quello che guadagnate sia profitto onesto, frutto del vostro lavoro, e non vivete alle spalle degli altri.

Lavorate “con le vostre mani”, comportatevi “dignitosamente verso quelli di fuori”, per non avere “bisogno di nessuno” (I Tessalonicesi, 4:11-12), e poter sempre dare qualcosa a colui che è nel bisogno (Efesini, 4:28).

Chi si affaccenda in cose futili o non vuole lavorare: è un disordinato e un ozioso, non gradito a Dio. Se uno non vuole lavorare stia anche senza mangiare (II Tessalonicesi, 3:10-11).

Il vostro sia un lavoro onesto, morale, non illecito o nocivo (Efesini, 4:28).

Siate fedeli e ubbidite ai vostri datori di lavoro (padroni), non solamente a quelli buoni. Lavorate onestamente, con buona volontà, come servendo il Signore e non soltanto “quando vi vedono, come per piacere agli uomini” (Colossesi, 3:22). “Quelli che hanno padroni credenti, non li disprezzino perché sono fratelli, ma li servano con maggiore impegno, perché quelli che beneficiano del loro servizio sono fedeli e amati” (I Timoteo, 6:2). Dio vi darà una ricompensa eterna (Colossesi, 3:23-24; Efesini, 6:5-8; Tito, 2:9-10).

Colui che ha alle proprie dipendenze dei lavoratori, dia loro puntualmente il giusto salario. Guai a chi “fa lavorare il prossimo per nulla”, o “non gli paga il suo salario” (Geremia, 22:13). Non frodate i vostri dipendenti e non siate arroganti. Se avete alle vostre dipendenze dei fratelli nella fede, guardatevi dall’approfittarvi di loro, ma trattateli con il riguardo che si deve ai fratelli (Deuteronomio, 24:14-15; Colossesi, 4:1; Efesini, 6:9).

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Gesù ha detto: “Nel mondo avrete tribolazioni, ma fatevi animo perché io ho vinto il mondo” (Giovanni, 16:33). Ascoltando la sua voce e ubbidendo alla sua Parola, che è Spirito e vita, potrete vincere il mondo e i suoi piaceri, che fanno guerra contro di voi (Giacomo, 4:1).

“Cercate quindi prima il regno di Dio e la sua giustizia”, e tutte le cose che riguardano i vostri bisogni naturali “vi saranno aggiunte” (Matteo, 6:33). Perché Dio sa di cosa avete bisogno.